Marenostrum, festival internazionale della fotografia del Mediterraneo. Intervista all’ideatore, il
Procede a passi spediti l’organizzazione di uno degli eventi culturali più attesi a Mazara nel 2017. Si tratta di “Marenostrum”, il Festival Internazionale della fotografia del Mediterraneo,
organizzato dall’associazione culturale “I vicoli del Mediterraneo” con il patrocinio del Comune di Mazara del Vallo ed un contributo per le spese.
Il festival si svolgerà dal 27 agosto al 17 settembre e vede coinvolte, al momento, venti nazioni che saranno rappresentate nelle opere fotografiche esposte nella mostra permanente allestita durante la manifestazione.
Ne parliamo con il presidente dell’associazione, oltre che direttore artistico del festival, Roberto Rubino, fotografo mazarese, e ormai conosciuto, in città e fuori, per i suoi riuscitissimi lavori fotografici.
- Roberto, da cosa nasce questa idea? Marenostrum è alla sua terza edizione, ma è la prima volta nella sua nuova veste di festival internazionale della fotografia del Mediterraneo. Le edizioni precedenti si erano svolte come mostre fotografiche a cui hanno partecipato circa venticinque fotografi, quasi tutti siciliani, che esponevano le loro opere fotografiche aventi come tema il Mediterraneo.
Abbiamo realizzato queste mostre in collaborazione con la sezione cittadina della Lega Navale Italiana che ci ha concesso l'utilizzo della propria sede, in uno splendida cornice sul mar Mediterraneo. E devo dire che non potevamo trovare una scenografia naturale più adatta e calzante, né una collaborazione più adeguata, considerato il filo conduttore della mostra.
L' elevato numero di adesioni da parte di tanti artisti, l'affluenza dei visitatori e la gradita risposta del pubblico ci ha indotti a voler far crescere questa manifestazione e a fare qualcosa di più importante, trasformandola in un vero e proprio festival internazionale della fotografia.
- Non è una scommessa di poco conto. La differenza fra una mostra fotografica ed un festival è notevole. Hai ragione, appunto per questo è una scommessa che spero di vincere. L’idea di realizzare nella nostra città un evento culturale di tale portata mi entusiasma, forse più di scattare una bella foto. Ed è con questo spirito che ho deciso di lanciarmi in questa sfida.
- In effetti Mazara racchiude in sé tutti gli elementi per essere la location perfetta per il festival da te immaginato. Certamente, è quello che penso. La nostra città è la porta del Mediterraneo, per questo secondo me rappresenta la sede più idonea di un festival che mette al centro appunto il Mediterraneo. Come fai a parlare di Mediterraneo, di integrazione, di culture che si incontrano e convivono, senza nominare Mazara?
Mazara rappresenta, in ogni sua accezione, lo snodo e l'incrocio delle rotte dei popoli mediterranei, punto d'approdo e d'ingresso di flussi migratori, ma anche luogo stanziale, da decenni, di uomini e donne che qui hanno costruito il proprio futuro e che si considerano mazaresi da generazioni pur preservando la propria cultura e le proprie tradizioni. E in un momento storico in cui l'integralismo islamico viene usato come simbolo di scontro tra culture e agitato per seminare terrore, quale migliore esempio di Mazara dove, da trent'anni convivono pacificamente due religioni, quella cattolica e quella musulmana, con usanze tanto diverse, ma dove lo scampanio delle campane delle sue chiese si fonde con l'invocazione del Muezzin che chiama i fedeli a raccolta per la preghiera?
- Quindi da fotografo ad organizzatore di eventi culturali internazionali. Senza abbandonare la macchina fotografica, spero. Anche perchè le tue foto sono molto apprezzate.
Fotografare fa parte della mia vita, è chiaro. Mi piace, mi diverte scattare ed immortalare momenti, frammenti di vita che poi diventano storie. Tutto questo è vero e non lo rinnego affatto, ma l’idea di realizzare nella mia terra un evento culturale di risonanza internazionale, mi riempie d’orgoglio. Un lavoro che va avanti da mesi, alla ricerca di fotografi da tutte le parti del mondo che hanno nel loro porfolio fotografico dei lavori importanti sul Mediterraneo.
Giorno dopo giorno, assieme al prezioso coordinatore del festival Giorgio Dilluvio, tentiamo di dialogare in inglese, spagnolo, francese, a seconda del nostro interlocutore. Sono momenti esilaranti che non sto a raccontare ma che sicuramente fanno parte del bagaglio di questo percorso organizzativo che ci sta facendo crescere ed arricchire.
- Quindi a che punto è la macchina organizzativa? Questo festival sarà il frutto di un lungo e duro lavoro quotidiano che dura da mesi, ed è gratificante vedere una tua idea prendere vita ogni giorno di più. Al momento abbiamo l’adesione di circa 40 fotografi. Ci saranno importanti fotografi italiani che oltre ad esporre ci racconteranno di sé e del proprio lavoro in conferenze o seminari che organizzeremo. Oltre agli italiani hanno aderito anche parecchi fotografi stranieri. Al momento sono ben 20 le nazioni coinvolte all’interno del festival. Ma il festival non è solo mostra fotografica, stiamo iniziando a programmare gli eventi che renderanno questo festival unico. Le opere saranno esposte nelle più belle location della città che il Comune di Mazara ci ha gentilmente messo a disposizione. Aggiungo volentieri che l’amministrazione comunale finora è il nostro principale partner. Ha sposato in pieno la nostra iniziativa e ne ha subito intuito l’importanza.
- Cosa rimane ancora da fare da qui ad agosto? Un' infinità di cose! Sono tante le idee che vorremmo realizzare all'interno del progetto, ma spesso manca la disponibilità economica ma anche quella di collaboratori. Anzi colgo l’occasione per invitare tutti i mazaresi di buona volontà che volessero dare una mano per la realizzazione del festival e quindi far parte dello staff, a farsi avanti, perchè le porte sono aperte.
Un evento di questo genere, che si pone l’obiettivo di diventare uno degli eventi culturali più importanti della Sicilia dei prossimi anni, ha sicuramente bisogno dell’aiuto di tutti. Mi piacerebbe che il cittadino mazarese, ogni tanto, comprenda il valore di quello che alcuni concittadini provano a realizzare, spesso con molti sacrifici, e, mettendo da parte le abituali critiche o quell'ancestrale tendenza alla negatività, offra la propria collaborazione e diventi parte attiva di un progetto che spero possa diventare un evento culturale di rilevanza internazionale. Noi ci stiamo provando.
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Intervista di Francesco Mezzapelle su primapaginamazara.it
12/4/2017