FEDERICO VERANICampo Profughi Idomeni | FEDERICO VERANICampo Profughi Idomeni |
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FEDERICO VERANIPorto di Mytilene, imbarco per Atene, Lesvos Marzo 2016 |
Dall’inizio dell’instabilità in medio oriente e nord Africa molti uomini, donne e bambini hanno abbandonato le proprie città per scappare dalla guerra e dalla sofferenza e cercare un futuro in Europa.
La rotta più impegnativa da un punto di vista umanitario è stata quella balcanica che solo nel 2015 ha visto transitare circa 870.000 persone, la maggior parte provenienti dalla Siria, ma anche Afghanistan, Iraq e Pakistan.
Questo reportage è stato realizzato tra Marzo e Aprile 2016, qualche giorno prima della formalizzazione dell'accordo tra Europa e Turchia per la chiusura della rotta balcanica.
I primi scatti mostrano gli sbarchi dei migranti sull'isola greca di Lesvo che, a soli venti km dalle coste turche , risulta essere il primo approdo europeo per le imbarcazioni colme di rifugiati.
La Grecia non è però la destinazione europea finale per queste persone che cercano di raggiungere Paesi come la Germania o la Scandinavia.
Dopo l'identificazione abbandonano quindi Lesvo per proseguire il loro esodo verso questi luoghi.
All'arrivo ad Idomeni, piccolo paese che sorge al confine tre Grecia e Macedonia, si trovano però le frontiere chiuse e metri di filo spinato che bloccano loro il passaggio.
La conseguenza inevitabile è che ben presto decine di migliaia di persone si trovano costrette ad accamparsi in tende di fortuna e in condizioni disumane a ridosso del confine con la speranza di un'apertura improvvisa della frontiera.
Le foto mostrano il campo profughi informale di Idomeni nato in quei giorni di chiusura e che ha continuato ad esistere per mesi nella totale indifferenza delle istituzioni europee.